Metà anni ‘20 del secolo scorso. Il bancario sardo Mario Garau viene distaccato in Cina dal Credito Italiano per lavorare come funzionario della Italian Bank for China negli uffici di Tientsin e di Shanghai. Era l’epoca delle Concessioni Internazionali e dei Trattati Ineguali. L’uomo fa avanti e indietro dal lontano Oriente fino al 1935 e alla sua morte, nel 1965, lascia in eredità al padre della regista un archivio composto da centinaia di fotografie: alcune bobine 8mm girate negli anni ‘30 tra la Cina e l’Africa, taccuini colmi di appunti e una collezione di oggetti esotici raccolti nel corso dei suoi tanti viaggi. Ricomponendo la figura sfuggente del testimone di un mondo rimosso e sconosciuto attraverso le testimonianze incise in tutti questi frammenti, Francesca Lixi riflette sul potere dell’immaginazione e sul valore della memoria. E su come entrambe ci rendano interpreti di verità che non possiamo mai cogliere fino in fondo.